Revisione mezzi agricoli: le nuove normative dopo il congelamento Covid
Revisione mezzi agricoli: le nuove normative dopo il congelamento Covid, i corsi dell’Inail, le officine autorizzate, le scadenze per la revisione, sono molti i quesiti bloccati dalla pandemia globale.
Risvolti e chiarimenti riguardo la revisione per i mezzi agricoli, i riscontri e le possibili conseguenze.
Revisione mezzi agricoli: le nuove normative dopo il congelamento Covid
Le sorti della revisione dei mezzi agricoli non sono ancora ben chiare, stando ad oggi, le macchine operatrici e i trattori immatricolati prima del 1984 dovrebbero effettuare la revisione entro il 30 giugno di quest’anno.
L’emergenza sanitaria però ha fermato tutte le pratiche, pertanto la data di scadenza è troppo vicina, le officine autorizzate sono poche e la stagione sta partendo.
L’Inail che effettuava i corsi sul territorio per preparare le officine a svolgere la revisione, si è trovata bloccata per organizzarsi online.
Questo ha comportato un numero veramente ridotto di officine autorizzate alla revisione.
Gli agricoltori e i contoterzisti non vogliono fermarsi con la stagione agricola in partenza, la situazione è delicata.
UNCAI(Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici ed Industriali) insieme a Tassinari, il presidente dell’associazione, mettono in luce le difficoltà che sta riscontrando questo settore.
Pertanto afferma: “La revisione sta uscendo dai radar della politica. Occorre cambiare paradigma con un calendario sostenibile economicamente”.
Un settore che ha combattuto duramente durante la crisi sanitaria, oggi cerca una stabilità, pertanto il Ministero e l’Inail stanno discutendo al riguardo.
Le proposte del Ministero e dell’Inail
Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili discute al riguardo su due punti in particolare.
Il Ministero vorrebbe modificare il decreto interministeriale del 20 maggio 2015, spostando la revisione periodica delle macchine agricole e operatrici, con l’entrata in vigore dal 1 gennaio 2023.
Inoltre propone di rivedere il calendario delle scadenze, in modo da far partire la revisione nel 2025.
D’altro canto l’Inail attesta di voler modificare solo il calendario, spostando la scadenza delle prime revisioni, massimo al 2023.
Quindi da parte dell’Inail, nessuna obiezione riguardo l’entrata in vigore del decreto interministeriale.
Secondo la stima di Unacma(Unione dei commercianti di macchine agricole), con le presenti condizioni ci vorranno 65 anni per “mandare in soffitta” il milione e 700mila trattori d’Italia con più di 30 anni, nonché mettere in completa sicurezza il parco macchine Italia.
Un’ulteriore incertezza è data dalla carenza delle materie prime, come allarma anche FederUnacome.
La Federazione dei Costruttori prolunga i tempi di produzione dei trattori, perciò maggiori saranno i tempi d’attesa per la consegna dei nuovi.
Situazione delicata ed incerta, rimaniamo in attesa di riscontri, speriamo positivi.